Come a Barbiana

Come a Barbiana

L’esperienza del Campo giovanile tenutosi al Convento di Santa Maria della Catena di Termini Imerese, è partita dal tema centrale del Desiderio, punto fermo descritto dal titolo di questo viaggio fisico e spirituale “il desiderio non è ciò che vediamo ma ciò che immaginiamo” (da una massima di Paulo Coelho). Il desiderio di riuscita è quello che ci guiderà alla scoperta di aspirazioni, voglia di mettersi in gioco con e per gli altri. E’ con l’ausilio di una storia, raccontataci dalla pellicola dedicata a Don Lorenzo Milani, priore trasferito a Barbiana e fondatore di una vera e propria comunità di ragazzi a partire da una classe formata da pochi bambini, che i ragazzi del Centro Tau in trasferta hanno elaborato le proprie riflessioni, conclusioni e osservazioni. Sulla scia delle emozioni scaturite dalla visione del racconto cinematografico – e per la verità molto fedele – i ragazzi hanno lavorato in gruppi divisi alla produzione pensata e scritta di quella che per loro era una rappresentazione dei valori del prete Milani, rapportata – in più di un punto di contatto – all’esperienza quotidiana del Centro Tau, anch’esso luogo di incontro e comunità giovanile a tutti gli effetti.

Tra i lavori venuti fuori, descriviamo quello de “I Leoni” nome autoproclamato dal gruppo formato da Francesca Lo Secco, Giuseppe Vitale, Youssef Idhsane, Daniele Monteleone, Claudio Mazzola e Rossella Taormina:

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Padre Milani e il suo operato nel piccolo paese di Barbiana è un esempio riconducibile al Centro Tau nel quartiere Zisa a Palermo – Si parte da uno dei punti comuni trovati nella discussione del gruppo a seguito della visione del film sulla vita e sull’operato di Don Milani. Unanimemente, la storia della Scuola di Barbiana ha rievocato le fattezze della difficile realizzazione del Centro Tau di via Cipressi. Le due storie infatti non sono solamente accostabili per necessità e disagi del contesto abitativo, ma sono direttamente collegate per valori, principi di partenza e intenti educativi. L’incontro tra la realtà di Don Milani – risalente al ventennio del Dopoguerra – e Francesco Di Giovanni, coordinatore generale del Centro Tau, è rintracciabile non solo nell’ispirazione al primo modello ma anche nel concreto incontro di esponenti della Fondazione Milani, in qualche modo eredi di quella filosofia educativa e di vita.

I ragazzi tramandano gli insegnamenti di Don Milani – Il fascino dell’eredità lasciata ai giovani è un altro elemento da segnalare, non solo per la positività che l’azione di Barbiana porta con sé nel passaggio di generazione in generazione, ma anche perché rappresenta un principio incarnato dal Centro Tau, luogo non di proprietà di una persona ma di avvenire e di possibilità di crescita per chi ci passa.

L’incitamento allo studio è uno dei punti comuni tra la Scuola di Don Milani e il Centro Tau – Abbiamo notato come lo studio sia naturale strumento di emersione dalla povertà educativa e come lo sviluppo di interessi e passioni tramite questo porti alla scoperta di nuovi orizzonti. Per questo motivo l’incitamento allo studio, anche come un modo utile di strappare via i ragazzi dalla strada, è un principio che si vive quotidianamente nel lavoro del Centro Tau.

L’accoglienza del prossimo – Partendo dalla storia di Don Milani, in cui l’inclusione è l’imperativo all’ordine del giorno, possiamo affermare quanto l’apertura a ogni persona, a ogni diversità e nazionalità, e a ogni difficoltà sia l’azione che muove il progetto Tau. L’accoglienza di bambini e ragazzi, provenienti dalle situazioni più difficili, o affetti da un problema cognitivo, o aventi l’handicap linguistico dovuto alla provenienza da un altro paese, e di chiunque abbia voglia o bisogno di aiuto e di fiducia, dimostra una cosa molto importante: credere nei ragazzi non significa solo “ospitarlo” nei propri laboratori, ma immaginare che possano andare avanti – e oltre – coltivando e accrescendo le proprie capacità.

Così come nella scuola di Barbiana si impara attraverso diverse attività lo stesso accade al Centro Tau – Qui si vuole sottolineare la diversificazione delle attività, svolte nell’esempio di Milani come al Centro Tau, come occasione di integrazione e stimolo per i percorsi dei giovani, che non sono affatto predestinati ma piuttosto imprevedibilmente incrociabili con gli altri.

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E’ un gemellaggio ideale “Barbiana a Palermo” quello che abbiamo intravisto e riportato su un grande foglio, un diario, perché quella storia guardata sullo schermo non rimane un’azione “eroica” del passato, ma è viva nella nostra esperienza del centro aggregativo di via Cipressi, il Centro Tau del quartiere Zisa a Palermo.