Non si cammina soli a Taormina, tutto è illuminato

Non si cammina soli a Taormina, tutto è illuminato

Non si cammina soli a Taormina. Pochi sono gli artisti che decidono di vederla con occhi del proprio io interiore per gettare sulla tela i vari momenti dei suoi giorni. Albe come ritorni, e tramonti come addii. Tra scale strette e larghe vedute. Non si cammina in gruppo a Taormina, e se lo si fa cambia tutto, anche la città: sì fa stretta per i suoi nuovi padroni. Portare a spasso voglie di souvenir per nipoti e nonne, con gambe corte pronte a crescere da un momento all’altro, pronte a superare gli adulti. Bambini o ragazzi sulle piazze, sotto il sole e sopra le ombre dei monumenti. A correre e giocare a come si fa la vita dei grandi. Entrare e uscire dai negozi dopo aver provato tutto, e “niente non mi piace, tutto è bellissimo.

Entrare e uscire dentro i cuori dei loro accompagnatori; tutto è veramente bellissimo. Il tuffo in piscina di Flavio, che è un uomo in miniatura con la passione delle gare alle quali partecipare. Paolo, e i suoi cross sopra l’area di rigore: vuole fare gol, ma mai da solo. Federica, e il coraggio di dire “no, non lo voglio fare quello che fanno tutti“. Vincenzo, e le sue vergogne affogate. Carmen, e le tonalità impossibili che riesce a raggiungere per farsi dire sempre sì. Alessandro, che ci guarda con occhi di silenzio che tramutano in fragorose risate, e poi di nuovo silenzio. Tony, la sua tenacia, la sua furbizia, la sua astuzia, la sua intelligenza, non ancora al massimo possibile di sé stesso. E i loro nuovi amici. Nuovi, per essere abbracciati senza conoscere tutto: da dove provengono, da dove sto crescendo, dove non so arrivare da solo. Nuovi, senza sapere che in questo hotel possiamo essere tutti uguali per tre giorni. Nuovi, così posso mentire, o dire tutta la verità. Ma non subito.

Oggi si gioca, e non c’è tempo per pensare. Voglio consegnare il premio al mio autore preferito. Voglio essere un nuotatore, un lettore, uno scrittore, uno stilista, un ballerino, una parrucchiera, un educatore. Perché non so perché. Ma sto bene, e tutto è illuminato. Anche il futuro, iridescente e visibile alla fine della strada che mi riporterà Palermo, con Taormina dentro e un bacio fuori. Il primo bacio, il primo viaggio e il primo ritorno. Manca poco e saremo grandi. Sì; anche in Via Cipressi.

Alessio Castiglione

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